Studio Usa conferma il legame tra la commozione cerebrale e il morbo
I traumi cranici anche di lieve e media entità aumenterebbero i rischi di sviluppare il morbo di Parkinson del 56% rispetto al resto della popolazione. Quelli di forte entità addirittura dell'81%: a collegare le probabilità di sviluppare il morbo alle commozioni cerebrali - sofferte ad esempio da molti atleti e giocatori di sport di squadra - è un nuovo studio Usa. Condotto su 325 mila reduci di guerra tra i 31 ed i 65 anni seguiti per 12 anni - metà dei quali avevano sofferto trauma cranici - lo studio ha osservato come in media tra i soldati ripresisi da commozioni cerebrali di vari livelli - dai più leggeri ai più intensi - il rischio di manifestare il Parkinson è risultato più elevato del 71%.
Una volta cioè considerati tutti gli altri potenziali fattori rischio tra i soggetti studiati. "Se si pensa che il 40% degli adulti negli Usa ha sofferto qualche tipo di trauma cranico questi dati sono allarmanti", ha osservato Raquel Gardner, autore dello studio pubblicato su Neurology e professore neurologo alla University of California e al San Francisco VA Medical Center. Altri esperti hanno però fatto notare che il rischio di sviluppare il Parkinson nella popolazione in generale è di circa l'1-2%, così anche un possibile incremento dei rischi di sviluppare il Parkinson in seguito a trauma cranici non porterebbe comunque a grandi cifre. Gardner ha anche osservato che i traumi cerebrali potrebbero indurre un accumulo anormale di proteine nei tessuti della materia grigia.
fonte: ansa
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